venerdì 4 marzo 2011

Painter's Room

C'era una volta un pittore. 
Il suo pennello e le sue tempere ad olio erano la sua unica famiglia, il suo unico conforto.
Il suo lavoro era impegnativo, richiedeva volontà, voglia e allenamento. 
Ogni giorno si allenava su quella bianca tela, spennellando ora sopra ora sotto, rifinendo un braccio e una gamba, ritoccando quel ramo venuto un pò più sbiadito degli altri. I giorni passavano e il pittore mostrava i suoi quadri, che nessuno veramente apprezzava. Tutti guardavano il dipinto, restavano meravigliati dalla bravura del pittore, ma poi se ne andavano con il volto pieno di pensieri, così come se ne erano arrivati prima della sua mostra.
Il pittore non riusciva mai ad esprimere i sentimenti che avrebbe voluto donare alle persone.
                  Giorno e notte si chiudeva nel suo studio, chiamava i modelli per farli posare, osservava i paesaggi da foto che aveva preso con se e dalle cartoline. Provava ad immaginare notte e giorno qualunque cosa potesse essere messa su tela.
                  Un giorno ad una sua mostra arrivò una ragazza.
         Questa ammirava silenziosa i quadri e non commentava niente di quello che vedeva.
Il pittore le si avvicinò : " Cosa ne pensa? " Lei non rispose niente, lo guardò silenziosamente.
Lui, che era curioso di sentire un parere da quella donna così angelicamente bella, chiese nuovamente: " Che ne pensa? " Lei allora si voltò e rispose: " Sento che manca qualcosa, qualcosa di molto importante. "
Il Pittore si stupì: " Cosa di preciso? Non capisco...io sono stato molto tempo a dipingere nel mio studio, sulle dieci, quindici ore, anche io ho notato che manca qualcosa a questi quadri...ho provato di tutto: ho visto tutte le enciclopedie, le illustrazioni fantastiche, ho chiamato modelli per i miei nudi. Ma non c'è niente che riesca a colmare il vuoto che è presente nei miei dipinti. "
                   La ragazza lo guardò, gli diede in mano una piccola busta e sorrise: " Vuoi dipingere il mondo stando chiuso in una stanza? " e se ne andò dopo aver donato qualche soldo al pittore. Lui rimase perplesso, vide che nella busta vi erano alcuni soldi e un piccolo foglietto ripiegato con cura.
Lo aprì.


" Vuoi stare veramente seduto in una sedia e dipingere un mondo che vedi solo attraverso i tuoi occhi?
Perchè non chiuderli, perchè non lasciare che siano le tue passioni a guidare il pennello insicuro?
Disegna ciò che le parole non sanno descrivere, disegna ciò che tu provi.
Non disegnare ciò che vedi. Nemmeno tu lo vuoi.
Adesso osservi il tramonto su lago. Tu dipingi l'anima di quei colori caldi e vivaci. Vedi il cielo, vedi il mare, i monti e i verdi prati? Vedi quanti colori risiedono in un piccolo filo d'erba e quanta vita c'è un mare che imponente batte sugli scogli?
                     Ecco, è questo quello che ho voluto insegnarti. Forse tutti lo danno per scontato. Forse tutti dicono che basta saper disegnare per poter essere ritenuti artisti. Che basti saper mettere bene assieme i colori, che le proporzioni siano giuste e il corpo bilanciato. Ma tu non essere come loro, perchè loro limitano se stessi. Non lasciarti più condizionare da quello che vuoi che la gente veda. Tu dipingi, dipingi e basta. Dipingi l'anima del mondo, non dipingere il suo guscio vuoto. Se sei un vero artista, allora libera il tuo cuore.
"

Il volto del pittore sorrise, un pò come se fosse stato preso in giro. Sul fondo del bigliettino c'era una firma molto rotondeggiante, ma anche
leggibile:
"Con Affetto,  Arte."
Pensò fosse uno scherzo, ma mise il foglietto in tasca, come fosse un piccolo tesoro.
                       Una volta chiusa la mostra uscì dal suo studio.
Aveva il cavalletto sulla schiena e i colori sotto braccio.
Felice, così si sentì quella sera.


Ma a voi cosa importa di questa storia, pensate?
Beh ... a volte non sempre la vita di una persona funge da esempio per gli altri...ma vi basti sapere che tutti noi siamo un pò come quel pittore.

Un saluto,


S.

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